Corsi

Parlare di denaro significa entrare in un sistema che, per sua natura, è sempre stato complesso, ma che oggi si fa anche elusivo: le leve di comando sfuggono sempre più al singolo e spesso persino ai decisori.

Da un lato persistono le grandi istituzioni, banche centrali, ministeri, organismi sovranazionali, che dettano regole monetarie e regolano i mercati. Dall’altro si affacciano esperimenti che mirano a disarticolare proprio quel monopolio: tecnologie di registro distribuito, protocolli aperti, modelli di business peer-to-peer che promettono di ridisegnare, o almeno alleggerire, l’intermediazione finanziaria.

Entro il 2026 l’Eurozona dovrebbe introdurre la moneta digitale di banca centrale (CBDC); entro il 2030-35 potrebbero emergere casi d’uso non più marginali di contratti di credito decentrati, mentre entro il 2040-45 l’intero concetto di “contante” potrebbe ridursi a una voce contabile residuale.

Nel frattempo, le due principali potenze monetarie, Stati Uniti e Cina, stanno già competendo sull’egemonia dei sistemi di pagamento internazionali; il renminbi digitale potrebbe divenire un’alternativa strutturale al dollaro, ma non è l’unica variabile in gioco.

Infine, già oggi, e ancor più nei prossimi vent’anni, si moltiplicano ecosistemi in cui lo scambio di valore sfugge del tutto alla moneta convenzionale: piattaforme di mobilità, reti di distribuzione alimentare, circuiti di formazione e intrattenimento che sperimentano forme di baratto multilaterale o crediti sociali.

Proviamo a ricostruire le possibili traiettorie di questi fenomeni; interrogare criticamente i presupposti tecnici, economici e normativi; discutere le implicazioni per banche, imprese, policy maker e cittadini in un’ampia finestra temporale.