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UOMINI 4.0: RITORNO AL FUTURO

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Cosa dobbiamo aspettarci da un futuro popolato algoritmi e AI?

In un mondo che moltiplica i livelli della varietà, della variabilità, delle interdipendenze e dei gradi di libertà di ciascuno, gli automatismi sono essenziali per rendere fluida e scontata la gestione dei problemi più facilmente codificabili e prevedibili. Ma non sostituiscono le persone, il cui apporto creativo è indispensabile per gestire i livelli di complessità eccedenti le capacità delle macchine.

Che cosa dobbiamo aspettarci da un futuro popolato da robot, algoritmi e sensori che - affidando ad anonimi automatismi la maggior parte dei problemi - rischiano di controllare la nostra vita e il nostro lavoro? I tecno-pessimisti si aspettano da questo scenario una perdita massiccia dei posti di lavoro a favore di macchine e dispositivi digitali, condannandoci ad un destino di disoccupazione tecnologica. I tecno-ottimisti, al contrario, credono ancora nella marcia trionfale della rivoluzione digitale in corso, capace di superare ogni ostacolo e di rimediare - con la sua potenza produttiva - ad ogni inconveniente.
Questo libro - basato su una ricerca congiunta portata avanti da CFMT (Centro di Formazione Management del Terziario) e dal Dipartimento di Ingegneria dell'Università di Udine - indica una strada di evoluzione diversa. Un'evoluzione già visibile nel presente ma destinata a diventare sempre più rilevante nel prossimo futuro: la crescita esponenziale della complessità che sta trasformando il senso stesso del vivere e del lavorare. Prodotti e servizi tendono infatti ad essere sempre più personalizzati, la produzione on demand impone risposte veloci e differenziate, le piattaforme digitali rendono sempre più fitte le interazioni a distanza, le capacità di progettazione e di iniziativa dei singoli consumatori, intermediari, produttori stanno allargando, giorno per giorno, la gamma del nuovo e del possibile con cui abbiamo a che fare.
In un mondo che moltiplica i livelli della varietà, della variabilità, delle interdipendenze e dei gradi di libertà di ciascuno, gli automatismi sono essenziali per rendere fluida e scontata la gestione dei problemi più facilmente codificabili e prevedibili. Ma non sostituiscono le persone, il cui apporto creativo è indispensabile per gestire i livelli di complessità eccedenti le capacità delle macchine.
Gli uomini, affiancando gli automatismi, dovranno quindi tornare al centro della scena produttiva, utilizzando la loro intelligenza fluida, per guidare la trasformazione in corso. Un po' come accadeva prima dell'avvento della meccanizzazione standard, pre-digitale.
Ecco la ragione del titolo del libro Uomini 4.0: ritorno al futuro. La rivoluzione digitale è un viaggio che apre nuove possibilità riscoprendo le capacità simboliche, artistiche e professionali di persone che fanno leva sulla propria creatività distintiva e sulla collaborazione diretta, interattiva, con gli altri.

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